De la lingua che si parla & scrive in Firenze

1552

 

 

 

Nato a Firenze, figlio di Bernardo e di Lucrezia degli Stefani, avviato precocemente dal padre, rimatore dell'ambiente laurenziano, agli studi letterari (latino, greco, ebraico e caldeo), appena sedicenne diventò segretario di Alfonsina Orsini, vedova di Piero de' Medici, figlio del Magnifico. Nel 1515 ebbe il rettorato della chiesa di Careggi e poi la cappellania di S. Maria della Compagnia di Libbiano a Volterra. Nel 1527 divenne canonico collegiale della basilica di San Lorenzo, e nel 1540 fu tra i primi ascritti dell’Accademia degli Umidi, divenuta in seguito Accademia fiorentina (1541), in cui ricoprì cariche prestigiose e tra il 1541 e il 1548 tenne quattro letture dantesche, confluite nelle Lezioni lette nell’Accademia Fiorentina (Firenze 1551). Il suo culto per Dante è testimoniato anche dal Trattatello Del sito, forma et misure dello Inferno di Dante (ivi 1544). Fece parte della Commissione nominata da Cosimo de’ Medici per redigere una grammatica della lingua fiorentina insieme al Varchi. È ritenuto autore (o co-autore, insieme a Cosimo Bartoli) del trattato Osservazioni per la pronunzia fiorentina premesso all'opera di Marsilio Ficino Sopra lo amore o ver' Convito di Platone (1544). Degli studi linguistici condotti nell’Accademia Fiorentina sono frutto l’Origine della lingua fiorentina, altrimenti Il Gello (1546), in cui sostenne la derivazione del fiorentino dall’etrusco, e De la lingua che si parla e scrive in Firenze (1552). Negli ultimi anni della sua vita, durante i quali fu bibliotecario della Biblioteca Laurenziana, si dedicò alla stesura dell’incompiuta Istoria dell’Europa (Venezia 1566), primo esempio di storia generale in Italia.

Bibliografia: Dolci - Gentile 1950: XVI, 957; Renda-Operti 1959: 536; LUI 1968-81: IX, 7; Bonomi 1982: 231-42; LIE Autori 1982-91: I, 887-88; Bonomi 1985: 65-79; Maier 1986: II, 356-58; Bonomi 1998a: 338-40; Pignatti 2000: LIV, 308-12